Un Kuipers di lusso nel nuovo abito country

Di Fabio Zamboni

L’Alto Adige è ancora una volta terra di conquista per Francis Kuipers: armato di chitarra, con la voce intensa e gli aneddoti, surrealisti – già sentiti ma sempre divertenti -, con uno scudiero di battaglia (Renzo Bagorda) e un «piano di battaglia» collaudato in una dozzina di concerti nel ’78, il bluesman italo-anglo-olandese l’ha fatta di nuovo da protagonista sui palcoscenici della provincia. Due concerti a Bolzano con ottocento spettatori ed una serie di «bis», e uno, stasera, a Ortisei.
Al Comunale di Gries, nell’ambito della rassegna jazz-blues allestita dal CUC, Kuipers ha presentato con successo il suo nuovo spettacolo imperniato su due caratteristiche immutabili (le sue radici blues e la filosofia naturalistica che propina simpaticamente tra un brano e l’altro) e su due novità: il brindisino Renzo Bagorda (banjo e dobro) e il nuovo abito country confezionato a regola d’arte e indossato smettendo temporaneamente i panni, sempre ‘suggestivi’ ma un po’ consunti, del bluesman ad oltranza.
E il colpo d’occhio, d’orecchio anzi, è convincente, perché la «stoffa» è la stessa – blues, country e bluegrass hanno le stesse radici – e soprattutto perché non c’è niente di artificioso, c’è un naturale rapporto di causa ed effetto tra la presenza di Bagorda e il «new look» di Kuipers. Insieme hanno proposto gran parte dei brani che Francis suonò due anni fa a Bolzano: «Roll on Buddy»; il suo «Paloma’s rag»; la dolce «Irene good night» di Leadbelly e, nella seconda serata, la celebre e sempre emozionante «Cocaine», per citare solo qualche titolo. Tanti brani già sentiti quindi: ma la presenza di Renzo Bagorda – un lavoro raffinato e mai invadente al dobro e un rigore tecnico notevole al banjo – ha determinato una reinterpretazione in chiave country nuova e piacevole. Kuipers, con la colata di accordi che erompe dalla sua tecnica flatpicking (si chiama così l’usa del plettro), con le corde vocali saldamente ancorate all’anima, filtra la tradizione musicale americana fino a farne una musica «sua», con grande personalità e nessuna velleità filologica di riproposta ultrafedele. Il pubblico di Bolzano che per due sere ha riempito il Comunale ci ha messo ben poco a farsi trascinare: ha applaudito con calore, si è lasciato convincere a cantare ed ha preteso l’immancabile serie di «bis». Kuipers ormai abituato non si sfila nemmeno più la chitarra, pronto a rientrare in scena.