Metà cantante, metà artista ed ecco il caro vecchio blues
17.01.1981, La Repubblica
Francis
Kuipers è una figura molto particolare così come sono particolari le storie
fantastiche che racconta qui e là durante i suoi concerti. Storie fatte di
struzzi mangia sigarette, di enormi giocatori di rugby o di cimici grandi come
muli. Giovedì sera al Folkstudio Kuipers ha presentato uno spettacolo come al
solito tra il serio ed il faceto, alternando le sue incredibile capacità
chitarristiche a momenti di intrattenimento leggero, fornendo ancora una prova
della sua bravura e della sua simpatia. Il repertorio musicale di Kuipers è
molto vario: si va dai blues più classici, come l’immancabile
“cocaina” ai rock’n’roll (o forse è meglio definirli boogie)
scatenatissimi, dalle ballate hillybilly alle canzoni cowboy, senza soluzione
di continuità, in uno spettacolo che offre momenti estremamente interessanti.
Le cose migliori Kuipers le fa ascoltare quando esegue il blues, che è un blues
ferrigno e corposo che permette alle sue dita di muoversi con agilità sulla
tastiera, in giri armonici semplici, come in scale velocissime ed ardite,
quando la sua voce, sicuramente bella ed interessante si libera dalle maglie
della pigrizia ed esce chiara e forte. Ma il mondo musicale di Kuipers non è
solo quello del blues ma anche quello delle ballate, anche se nello spettacolo
di giovedì ne ha presentate poche, ballate impastate da amori fugaci, di
avventure esotiche, come quella stupenda canzone che lui stesso ha presentato
come il suo unico brano da portare a San Remo, una canzone melodica dolcissima
ed armoniosa. Ma quel che salta agli occhi del concerto è l’incredibile tecnica
musicale di Kuipers, che quando esegue i suoi brani per sola chitarra sfugge ad
ogni possibile etichetta, proponendo una musica che unisce i canoni di stili
diversi, dal country alla musica popolare sarda, dal blues alle melodie
indiane.