Mary
18.10.2009, FilmTv.it
Sul film
Il film si sviluppa su più livelli esistenziali (realtà, tv, film nel film) e in più luoghi (New York, l’Italia, Gerusalemme) seguendo la riscoperta della fede da parte di tre personaggi, ognuno rappresentativo di un modo diverso di approcciarsi a Dio.
Il regista che ha fatto un film su Gesù, ma crede
fondamentalmente solo in se stesso, ha un crollo di tutte le sue sicurezze
quando qualcuno mette una bomba all’anteprima della sua opera “Questo è il
mio sangue”.
Il conduttore televisivo – un grande Forest Whitaker – che trova la forza di
affidarsi alla preghiera e rivolgersi a Dio, quando rischia di perdere sua
moglie e il suo bambino appena nato.
E infine Marie, folgorata dall’interpretazione di Maria Maddalena, al punto di
abbandonare tutto per andare in pellegrinaggio nei luoghi del Vangelo, scontrandosi
con la tragica realtà del sanguinoso conflitto tra israeliani e palestinesi.
I tre personaggi si riuniranno davanti alle telecamere, ma Marie sarà presente
solo indirettamente, dalla sua dimensione così infinitamente lontana e
“altra”, e i due uomini potranno solo ascoltarla confusi e smarriti.
L’abilità di Ferrara consiste anche nel conservare una
inquieta tensione narrativa soprattutto attraverso componenti visive e sonore, dove
il mondo “normale” cede progressivamente all’instabilità e
al’incertezza.
L’elemento più riuscito del film non è quindi quello politico bensì l’implicita
riflessione esistenziale che insiste sulla debolezza dell’uomo scosso da un
profondo bisogno di redenzione e salvezza e che il regista sa cogliere con
dolente e tormentata sensibilità.
Sulla colonna sonora
Vibrante ed emozionale commento musicale di Francis Kuipers.