Kings of Lies – CD review

April 2016, Buscadero
Di Andrea Trevaini

I Kings Of Lies sono: Francis Kuipers alla chitarra, Sam Tijoe al basso, Frans auf dem Brinke alla batteria. Francis “Superguitar” Kuipers non dovrebbe essere sfuggito ai più attenti tra i lettori; è un musicista anglo-olandese, che vive da anni in Italia; il suo curriculum vitae è prodigioso: collaborazioni musicali con il poeta della Beat Generation Gregory Corso; compositore di colonne sonore per Abel Ferrara; collaboratore di Oliviero Toscani, dirigendo, per alcuni anni, il Dipartimento di Musica e Suono del Centro di Comunicazione Multimediale, Fabrica; attività concertistica sia al Folkstudio che per la RAI, oltre ad un’intensa attività concertistica e discografica, soprattutto negli anni ’70 e ’80, anche con i fratelli DeGregori. Le sue radici musicali sono nel blues e nel folk, ma non disdegna tanto disgressioni nel rock, quanto nella musica etnico – popolare (retaggio di lunghi viaggi che l’hanno portato in Australia, Polinesia, Nepal, Filippine, Africa e Sud-America) e nella musica sperimentale (collaborazioni con Philip Glass). Un personaggio poliedrico e decisamente intrigante; King Of Lies è stato registrato ad Amsterdam.

Lo schema di riferimento musicale di questo King Of Lies è chiaramente il blues; nella chitarra acustica di Kuipers si sentono influenze di Big Billy Broonzy, Lightnin’Hopkins, Son House. La sezione ritmica dona quella giusta impronta rock e quel calore ritmico necessario a valorizzare liriche the affrontano la durezza e il distacco dalla realtà dei tempi attuali, sconfinando nella SF. Evidentemente il lavoro sul campo con Gregory Corso ha affinato ii songwriting di Francis Kuipers che però  lo ha sviluppato in maniera autonoma tenendo d’occhio anche gli incubi di William Burroughs e Philip Dick. II libretto riporta accuratamente tutti i testi, ma con un’avvertenza: “Tuttavia sono tutte bugie, che cos’altro potreste aspettarvi dal Re delle bugie?” Si apre con Alien Invasion che pare tratta da un racconto in acido di Dick, con la storia di un alieno ucciso da un barista in Frisco; si continua con Size & Lies dove viene raccontata la storia di un gigante ucciso dai vicini e dagli amici, spaventati dalle sue dimensioni. Ancora inquietanti apparizioni nel party tragico descritto in Shadow In The Dark, oppure nella orrorifico / mistica Oogamoogoo, anche qui con strane presenze al limite dell’alieno e di provenienza Lovecraftiana e che dire della freak song Big Joe and the Man with Three Arms, sempre sospesa tra Dick e Richard Matheson?

Ma forse la storia umana è anche peggio come ci ricorda la spettrale The King Of Lies in cui Francis Kuipers ci canta di come il Ministro della propaganda nazista fosse convinto del fatto the “una bugia ripetuta mille volte, diventa verità”. II tutto cantato con una voce roca, rugosa, vissuta, Francis Kuipers ha già passato la settantina, sospesa tra Captain Beefheart e Tom Waits.