Intervista a Francis Kuipers
13.07.2009, Radiochango
Di Paula Pitzalis
Italiano e spagnolo
Invitata dall’Associazione Jazz in Sardegna per la presentazione stampa a San Sperate per “Aspettando l’European Jazz Expo”, Massimo Palmas, fondamentale organizzatore e Direttore artistico del festival con Isio Saba, da sempre impegnati nel diffondere la cultura musicale in Sardegna e nel mondo, mi presenta Francis Kuipers raccontandomi gli esordi dell’associazione verso la metà degli settanta nell’isola ed in Italia. Gli anedotti sono goliardici e piacevoli, ma ne faremo tesoro per raccontarli in un altro articolo con simpatia e divertimento, per lasciare oggi spazio a questa interessantissima intervista che ci permette di poter capire, dagli adetti ai lavori nel campo, un altro lato dell’universo”musica”.
Francis questo tuo rapporto con L’Europa e la musica e cultura sarda…
Con l’Europa non lo so, ma con la cultura sarda e la sua musica il rapporto c’é e continua ad essere molto importante. Io l’ho scoperto questo rapporto molti anni fa quando conobbi i cantanti ed il coro di Orgosolo al Folkstudio di Roma e mi invitarono a rendergli visita in Sardegna. In seguito ho avuto la possibilità di conoscere i diversi tenori ed altri artisti. Da queste relazioni ho poi intrapreso anche la strada del traduttore riportando in un libro la storia dell’organetto sardo per la Fonit Cetra. Poi ho suonato per sette anni con Antonello Salis, che non é in relazioni qui all’argomento che stiamo trattando perché entriamo nel campo del jazz. Io penso che la musica sarda sia unica al mondo. É una delle poche musiche antiche e preistoriche che permangono nel mondo contemporaneo, allo stesso livello della musica mongola, dei pigmei, ecc, insomma uno dei pochi residui rimasti di quei tempi storici dei quali nessuno parla mai. Questo tipo di culture musicali così antiche e che si sono conservate sino ai tempi nostri sono importanti per le tantissime informazioni culturali e di indagine investigativa che ci possono fornire e che ancora conservano.
Tu hai scelto adesso di vivere, dopo tantissime tue esperienze artistiche, in Italia. Come mai questa scelta del Mediterraneo?
Non é una scelta recente. Io sono venuto in Italia negli anni sessanta, per suonare al Folkstudio di Roma e al Teatro Stabile di Genova e da lì in seguito son tornato più spesso e ho capito che l’Italia stava diventando la mia nuova residenza. Dagli anni settanta ho piantato le mie radici in terra italiana, anche se molto spesso il lavoro mi porta a viaggiare nel mondo.
Attraverso la tua esperienza nel mondo musicale quale é secondo te il futuro di questa arte o quali sono le nuove direzioni che si stanno intraprendendo a livello globale?
Questo é un argomento serio e profondo perché stanno accadendo tantissime cose nel panorama musicale mondiale. Oggi con la globalizzazione tutto si omogeneizza, nel tutto si diventa più uguali e questo a causa delle industrie musicali che, ovviamente nei loro interessi, come per i film di massa, la produzione avviene in serie. Fortunatamente per questa crisi discografica e per i vecchi discografici, la loro formula non funziona e grazie ad Internet ed altre fonti di informazione si trasmettono nel mondo altre musiche e altre creatività. Soprattutto penso che nel mondo della musica elettronica stiano accadendo delle realtà alquanto interessanti, ma siamo ancora agli inizi con la musica dei computer. Potremo dire che questa fase primordiale della musica elettronica la si può paragonare agli stessi primi tempi che vissero le arti nascenti della cinematografia. Oggi l’arte del cinema é alquanto definito e codificato, mentre ai suoi esordi non la si poteva ancora definire un’arte ben assestata. Credo che tra qualche tempo emergerà anche la musica elettronica nel momento in che dai tecnici informatici passerà ad essere, l’arte informatica stessa, di completo dominio e manipolazione degli artisti e compositori.
Questa possibilità permetterà a più persone di comporre più in casa ed individualmente?
É a causa della tecnologia che spariscono i linguaggi, culture e musiche e tante altre cose, ma allo stesso tempo emergono tante altre nuove musiche e linguaggi, tecniche, microfoni, ecc. Emergono così un mondo di suoni nuovi che prima erano considerati totalmente silenziosi, come quelli degli animali, i pesci o microscopici altri mondi. Il cosmo fino a poco tempo fa era considerato silenzioso mentre invece é pieno di frequenze e suoni. Con la tecnologia questi suoni si rivelano sempre più e il nostro futuro sonoro emergerà lì. Ultimamente sto ascoltando musiche e nuove sonorità provenienti dal Giappone e tanti altri artisti e ti assicuro che sono davvero interessanti.
Un poco come la strada che sta percorrendo Sakamoto nell’ambito dell’elettronica?
Sì ma vi é anche di più. Sakamoto é molto interessante ma in questo contesto al quale mi sto riferendo é in relazione ad artisti molto più giovani che catturano nuove sonorità. C’é molta più informazione disponibile grazie a queste nuove tecnologie e di quello che veramente succede nel mondo del suono e tutto questo oggi non é così poi tutto controllabile come era fino a poco tempo fa. Prima si pensava che la musica servisse al solo scopo dell’intrattenimento. Invece oggi sappiamo benissimo che la musica ed i suoni e le frequenze e le sequenze dei suoni servono a creare il nostro ambiente contemporaneo. Perciò oggi c’é molta di più informazione disponibile proprio grazie a questa libertà di espressione.
Perciò cade la valenza dell’affermazione che fece Ennio Morricone che nello scibile della musica moderna tutto era già stato detto?
In un certo senso é vero che si possono ripetere gli stessi argomenti, nel senso che puoi dipingere Venezia tante volte ma sempre con un occhio nuovo. Dipende dall’artista. D’altronde siamo esseri umani e come uomini non é che siamo cambiati tanto dall’epoca della pietra. Abbiamo stesse sonorità e musiche e comportamenti non tanto diversi da quelle epoche remote. Cambia la forma ma continuiamo a trattare sempre gli stessi problemi ed argomenti. L’importante é farlo anche in modo nuovo. Adesso invece stiamo entrando nell’era dove il tutto diventa virtuale, dove il mondo dei suoni sta entrando nell’era del post umano e delle informazioni che ne traiamo da questo tipo di musica. Allo stesso tempo diventa anche sempre più importante controllare sia le informazioni che ci dà questo tipo di musica che essa stessa. Avere la capacità di poter dire ed ascoltare questo tipo di musica ed i suoni del futuro e del nostro ambiente e poter dire, quello lo voglio mentre quello non lo voglio. Ciò é molto importante perché é tramite l’udito che riceviamo informazioni, ancora prima dell’invenzione della prospettiva e dell’immagine che avvenne nel Rinascimento con L. B. Alberti. Prima le informazioni giungevano attraverso l’orecchio e così sarebbe il caso di riutilizzarlo di nuovo.
Tu hai composto musica per l’arte visiva..
Sì io scrivo musica per il cinema…
Come vivi questa dicotomia musica immagine? Scrivi la musica pensando all’immagine o la lasci scorrere in totale libertà espressiva? Dovrai in qualche modo tralasciare il tuo essere musicista a discapito del visivo…
Sì hai ragione! In effetti, quando suono come musicista esprimo una parte di me che non lo fa per un atto commerciale o di consumo o altro. Ho la fortuna di poter fare quello che voglio. Nella composizione cinematografica invece sono condizionato dalla trama del film e dalla personalità del regista. Ma anche qua ho una grande fortuna che mi si presenta che é quella di lavorare con registi che ammiro moltissimo. Ultimamente sto lavorando molto con Abel Ferrara e da loro imparo tanto anch’io. Certamente la musica che eseguo da musicista non é la stessa che compongo per i film. Nel film la musica crea atmosfere musicali. Per me sono grandi stimoli. Se per caso il film é ambientato negli anni settanta devo comporre musica dei settanta, ecc, come ho lavorato in Go Go Tales, devi creare non musica finta ma musica degli anni settanta. Se scrivo musica per film egiziani é chiaro che dovrò comporre musica che il pubblico arabo possa riconoscere. Questo é un lavoro alquanto interessante ed é diciamo un’opportunità.
Certamente anche di studio e ricerca…
Certamente di studio e ricerca.
C’é un sogno tuo? Ogni artista ha un sogno…
Io sogno di comporre benissimo la colonna sonora del film sul quale sto lavorando. I miei sogni sono legati al presente, all’oggi ed al momento presente. Cerco di fare al meglio il mio lavoro presente perché é il dopo il tempo di avere altri sogni. Ho tante musiche nella mia mente che mi piacerebbe eseguire.
Invitada por la Asociación Jazz en Sardegna para la rueda de prensa de presentación del Festival Jazz en Sardegna y Esperando el European Jazz Expo, Massimo Palmas Director artístico con Isio Saba de esta grande manifastación cultural, me presentó a Francis Kuipers contandome los comienzos en los años setenta de esta ventura cultural. Las anedectos son muchisímas pero las contaremos otra vez, en otro momento, mientras ahora dejamos ese tema tan interesante, para nuestros changuitas y lectores, para entender un poco más otro lado del universo musical mundial.
Francis esta relación tuya con Europa y la música y cultura sarda…
Con Europa no lo sé pero con la cultura sarda y su música hay una relación que sigue a ser muy importante. Eso lo descubrí hace muchos años cuando conocí a los cantantes y coro de Orgosolo al Folk Estudio de Roma donde me invitaron a visitarles en Cerdeña. Desde aquel momento he tenido la posibilidad de conocer los distintos tenores y otros artistas. De estas amistades y relaciones he empezado la carrera del traductor en el sentido que escribiendo en un libro del bandeón para la Fonit Cetra. Luego he tocado por siete años con Antonello Salis, que aquí no está con relación al argumento del cual estamos hablando porque es ámbito eso del jazz. Yo pienso que la música sarda sea única en el mundo. Es una de las pocas músicas antiguas y prehistóricas que permanecen en el mundo contemporaneo, al mismo nivel de la música de Mongolia, de la pigmea, etc. De cada manera una de los pocos residuos quedados de estos tiempos históricos de los cuales nadie habla nunca. Este tipo de culturas musicales tan antiguas y que se han guardado hasta nuestros tiempos son importantes por la muchísimas y tantísimas informaciones culturales de búsquedas e investigaciones que nos pueden dar y todavía hoy guardan dentro de sí misma
Tú has elegido de vivir, después de muchas experiencias artisiticas, en Italia. ¿Por qué esta elección del Mediterráneo?
No es una elección reciente. Yo he venido a Italia en los años seseinta para tocar al Folk Estudio de Roma y al Teatrito Estable de Génova y desde allí a continuación he vuelto a menudo y he entendido que Italia estaba haciéndose mi nueva residencia. Así desde los años setenta puse mis raíces en tierra italiana no obstante, a menudo mi trabajo me lleva a viajar por el mundo.
¿Por tu experiencia en el mundo musical cual es según tu parecer el futuro de esta arte o cuales son las nuevas direcciones que se están afirmándose en el ámbito global?
Este es un tema serio y profundo porque están ocurriendo muchísimas cosas en el escenario mundial. Hoy con la globalización todo se homogeniza, en el todo nos ponemos más iguales y esto a causa de las discográficas, que por sus intereses, como por las películas de masa, la producción se realiza en serie. Por suerte, por esta crisis discográfica y por los viejos discográficos, su formula no funciona y gracias a Internet y otras fuentes de información se transmiten en el mundo otras músicas y creatividades. Sobretodo pienso en que en el mundo de la música electrónica están ocurriendo unas realidades interesantes, pero estamos todavía a los comienzos de la música de los ordenadores. Podemos afirmar que esta fase primordial de la música electrónica se puede comparar a los mismos tiempos primeros que vivieron las artes nacientes de la cinematografía. Hoy el arte del cinema es bastante definida y codificada mientras a sus exordios no se podía definir todavía un arte bien formada. Así pienso que dentro de poco tiempo va emerger también la música electrónica desde el momento en que esta música pasará del completo dominio y manipulación de los técnicos al de los artistas y compositores.
Esta posibilidad permitirá a más personas de componer más en casa y a nivel individual?
Es por la tecnologia que desaparecen los lenguajes, culturas y músicas y muchas cosas más, pero al mismo tiempo emergen muchisimas nuevas músicas y lenguajes también, tecnicas, microfonos, etc. Nace así un mundo nuevo de sonidos que antes estaban condiderados totalmente silenciosos, como los de los animales, los peces o microscopicos otros mundos. El cosmo desde hace poco tiempo era considerado silenciosos mientras que está lleno de frecuencias y sonidos. Con la tecnologia estos sonidos se revelan siempre más y nuestro futuro sonoro emrgerá de allí. Ultimamente estoy ecuchando músicas y nuevas sonoridades que vienen de Japón y muchos artistas más que son de verás interesantes.
¿Un poco como el camino que está haciendo Sakamoto en el ámbito de la electronica?
Sí pero hay más. Sakamoto es muy interesante pero en este contexto al cual me refiero está en relación con artistas mucho más jóvenes que capturan nuevas sonoridades. Hay mucha más información disponible gracias a estas nuevas tecnologías y de lo que verdaderamente ocurre en el mundo del sonido y todo esto hoy no es todo controlable como era hasta ahora. Antes se pensaba en la música sirviera a la sola finalidad de entretenimiento. En cambio hoy sabemos muy bien que la música y los sonidos y las frecuencias de los sonidos sirven a crear nuestro ambiente contemporaneo. Por eso hay mucha más información disponible propio gracias a esta libertad de expresión.
¿Por esta razón cae la valencia de la afirmación que hizo Ennio Morricone que en los conocimientos de la música moderna ya todo se había dicho?
En cierto sentido sí es verdad que se pueden repetir los mismos temas, en el sentido que, puedes pintar Venecia muchas veces pero siempre con una nueva mirada. Depende del artista. De otra manera somos seres humanos y como hombres no es que hemos cambiados mucho de la edad de la piedra. Tenemos las mismas sonoridades y comportamientos no tanto distintos de aquellas épocas remotas. Cambia la forma pero seguimos tratando siempre los mismos problemas y temas. Lo importante es hacerlo de manera nueva también. Ahora en cambio estamos entrando en el tiempo donde todo se hace virtual, donde el mundo de los sonidos está entrando en la época de post humano y de las informaciones que traemos de este tipo de música. Al mismo tiempo se pone siempre más importante el hecho de controlar sea las informaciones que nos dan este tipo de música que esa misma. Tener la capacidad de poder decir, eso lo quiero mientras aquél no me gusta. Eso es muy importante porque por medio del oído que recibimos informaciones, aun antes de la invención de la perspectiva y de imagen que ocurrió en el Renacimiento con L.B.Alberti. Antes las informaciones llegaban por medio del oído y así hoy sería el caso de utilizarlo otra vez de nuevo.
Tú has compuesto música para el arte visiva…
Sí yo escribo música por el cine…
¿Cómo vives esta dicotomia música imagen? ¿Escribes la música pensando en la imagen o la dejas transcurrir y pasar en total libertad expresiva? Tú tendrías dejar de cualquiera manera tu ser músico por la razón del arte visiva…
¡Sí tienes razón! De verás cuando toco como músico expreso una parte de mí que no lo hace por un hecho comercial o de consumo u otro. Tengo la suerte de poder hacer lo que quiero.En la composición cinematografica en cambio estoy condicionado por el tema de la pelicula y por la personalidad del director de la pelicula. Pero también aquí tengo una grande suerte que se presenta y que es la de trabajar con directores que admiro muchísimo. Ultimamente estoy trabajando mucho con Abel Ferrara y por ellos apriendo mucho también yo. De seguro la música que ejecuto no es la misma que compongo para las peliculas. En la speliculas la música crea ambientes musicales . Para mí son grandes estimulos. Si por ejemplo la pelicula está ambientada en los años setenta tengo que componer música de los años setenta, ecc, como trabaje en “Go Go Tales” donde debes crear no música mentirosa sino musica sincera. Si escribo música para peliculas egipcias, está claro que, tendré que componer música que el publico arabe pueda reconocer. Este es un trabajo muy interesante y decimos que es una oportunidad.
De seguro de estudio e investigación…
¡Claro que si!
¿Hay un sueño tuyo? Cada artista tiene uno…
Yo sueño de componer muy bien la banda sonora de la pelicula sobre la cual estoy trabajando. Mis sueños están relacionados al presente, a hoy y al momento presente. Trato de hacer lo mejor posible mi trabajo presente porque es el después el tiempo de tener otros sueños. Tengo tantas músicas en mi cabeza que me encantaría hacer.